Attorno a Merano c’è, da secoli, una fitta rete di sentieri che fiancheggiano corsi d’acqua che viaggiano orizzontalmente. Sono i segni del lavoro dell’uomo, del suo attaccamento alla terra, sorta di mini-acquedotti secolari che servono per l’irrigazione delle colture. Per poter garantire i loro raccolti, fin dal XIII secolo sono nati i “Waale”, convogliando le acque dei corsi di fiumi e ruscelli fino ai luoghi dove mancava. E per tenere sotto controllo il regolare afflusso di acqua, regolata con piccole paratie, griglie, derivazioni e tutto quanto necessita per un adeguato apporto idrico, ecco i sentieri che ora i turisti percorrono, i “Waalwege” per l’appunto. I Waalwege sono nati come esigenza agricola emersa a causa delle scarse precipitazioni annuali che, nei secoli passati, hanno costretto gli uomini a costruire un imponente sistema di canali di irrigazione. Veri monumenti all’operosità contadina, in gran parte ancora efficienti e funzionanti nonostante il peso dei secoli, nelle valli questi canali d’acqua si chiamano «Waal» ed i sentieri che li fiancheggiano, naturalmente, assumono il nome di Waalwege. Paralleli alle vie d’acqua, i sentieri altro non sono che la risistemazione degli antichi camminamenti indispensabili agli addetti alla manutenzione dei canali. Riscoperti e riproposti ad uso turistico, questi sentieri Waalwege si snodano per svariati chilometri offrendo straordinarie opportunità di passeggiate.
È da tenere in considerazine che alcuni di questi canali di irrigazione sono in certi periodi dell’anno fuori uso; la maggior parte, comunque, ancora al giorno d’oggi sono degli ottimi impianti di irrigazione con grande importanza economica. Sono oltre una cinquantina, i “Waalwege” che coronano Merano e il suo comprensorio, e tanti cambiano solamente il nome passando da una proprietà all’altra. È chiaro che una descrizione completa è, a questo punto impossibile per cui tentiamo di dare qualche suggerimento per chi vuole scoprire o ripercorrere questi stupendi sentieri d’acqua. Non va dimenticato, peraltro, l’aspetto gastronomico garantito dal fatto che i percorsi dei Waalwege sono punteggiati da locande, ristori, ristoranti, osterie in grado di soddisfare i palati più fini ma anche di offrire rapidi spuntini e specialità locali.
Il Waal di Scena si allunga da una parte San Giorgio e la Val di Nova e dall’altra raggiunge Verdines. Dell’originario percorso che si estendeva per quasi otto chilometri, ne sono rimasti circa due ancora all’aperto, mentre il resto è scomparso in tubazioni sotterranee. Per chi intende raggiungere Verdines, conviene portarsi alla stazione a valle della funivia per il Taser e da qua, seguendo le indicazioni, addentrarsi nel bosco. Dopo un breve tratto si giunge ad una scalinata scavata nella roccia, detta «Katzenleiter», letteralmente scala per gatti. L’acqua precipita per un breve tratto e poi in una tubazione sospesa attraversa il corso del Rio Schnuggen. È un percorso affascinante ancora selvaggio e immerso in un verde incontaminato in direzione opposta, con impercettibile pendenza, attraverso frutteti, prosegue fino nei pressi della Chiesetta di San Giorgio, dalla quale si può ritornare a Scena oppure proseguire verso la Val di Nova sbucando alla stazione a valle della funivia di Merano 2000. L’altro itinerario nella zona di Scena/Val Passiria è rappresentato dal sentiero d’acqua che da Ponte Rametz scende fin quasi al Passirio a monte di Lazago e poi si inoltra parallelo al torrente in una splendida camminata che prosegue sino a Saltusio. Si tratta di un tracciato quasi interamente nel bosco, fresco anche d’estate, che molti appassionati del jogging hanno adottato per i loro allenamenti.
a) Il Waalweg di Marlengo (Marlinger Waalweg) si snoda da Tel sino a Lana passando sopra gli abitati di Foresta, Marlengo e Cermes. Senza far torto agli altri tracciati, è forse il più panoramico, con splendide viste sulla città, sull’ippodromo, sulla Val d’Adige. L’itinerario è lungo 13 chilometri, quasi tutto pianeggiante e alterna tratti ombreggiati nel bosco (nella zona verso Tel) ad altri più panoramici e soleggiati (da Marlengo a Lana). Si tratta di un percorso senza difficoltà, con il vantaggio di poter essere iniziato o interrotto anche in moltissimi punti intermedi poco distanti dalle fermate dei mezzi pubblici o da parcheggi dove lasciare l’autovettura privata. Il percorso inizia dallo sbarramento idroelettrico di Tel e termina nei pressi di Lana dietro la stazione a valle della funivia per San Vigilio mentre il corso d’acqua confluisce nel Rio Valsura. Si tratta di un sentiero sempre ben segnalato ed in ottimo stato di conservazione che, grazie alla felice esposizione, è fruibile praticamente tutto l’anno con tempi di percorrenza complessivi di circa 3 ore, 3 ore e mezza. Da rilevare, inoltre, che il Waalweg di Marlengo può essere «allungato» con altri percorsi similari ad entrambe le estremità. A Lana, attraversando il ponte sul Rio Valsura e quindi imboccando il sentiero d’acqua omonimo verso Brandis. A Tel, superando il ponte sull’Adige per poi agganciarsi al Waalweg di Plars-Lagundo oppure inoltrandosi lungo il reticolo di sentieri escursionistici che si snodano lungo le pendici della collina che sale a Velloi. Lungo il Waalweg di Lana-Cermes-Marlengo e nelle sue immediate vicinanze, diverse sono le opportunità per una sosta rigeneratrice con uno spuntino rustico oppure con piatti raffinati o anche solo un gelato e bibite dissetanti.
b) Sopra il Waalweg, non va dimenticata l’Alta Via di Marlengo, altrettanto comoda e panoramica. Si parte da Senn am Egg (dal centro paese in direzione Waalweg e poi proseguire) o più sotto dalla chiesetta St. Felix e sentiero 35 sino ad intersecare la Marlinger Höhenweg, l’Alta Via di Marlengo. Si arriva all’Innenholzmair e proseguendo sulla stessa quota anziché salire al Tschigg si arriva su una strada asfaltata. Pochi metri in discesa e sulla destra parte la deviazione verso l’Hofer Hof, tipico punto di ristoro posto a quota 815 metri. Dall’Hofer Hof si può scendere a Marlengo oppure verso le malghe e puntare a San Vigilio.
Da Lana a Lana di Sotto, cioè dal centro della borgata ai campi da golf Brandis, si può camminare immersi nella natura lungo il Waalweg che, in onore all’antica casa nobiliare locale, si chiama Brandis. Per raggiungere questa bella passeggiata, provenendo da Merano e superato il ponte sul Rio Valsura si devia in direzione Palade. Appena la strada inizia a salire, sulla sinistra c’è la deviazione che passa sopra la centrale idroelettrica per poi tuffarsi tra frutteti e vigneti e sotto secolari castagni. Il percorso sfiora il convento Lanegg, la chiesa Santa Margherita e arriva a Lana di Sotto a pochi metri dai campi da golf e dalla tenuta dei conti Brandis. Una volta arrivati a Lana di Sotto, per gli amanti dell’ arte non si può tralasciare una visita alla chiesa parrocchiale tardo-gotica inaugurata nel 1492, una delle più belle della provincia. Al suo interno, si può ammirare la maestosa pala d’altare Schnatterpeck, la più grande e una delle più preziose di tutto l’arco alpino.
“L’Algunder Waalweg” è un sentiero che percorre dolcemente le pendici poco a monte di Lagundo e che collega Tel a Tirolo. Radici storiche della realizzazione di questo importante piccolo corso d’acqua risalgono al lontanissimo 1333 ed esso costituisce l’asse portante per un reticolo di sentieri e passeggiate (circa 160 chilometri complessivi) che portano sino alla passeggiata Tappeiner. Il Waal di Lagundo è lungo 5/6 chilometri ed è diviso in due tronconi. La parte est inizia al parcheggio presso Tel, si snoda attraverso Plars di Sopra e di Mezzo sino al Grabbach sopra la pittoresca Lagundo Vecchia. La parte est prosegue attraversando rinomati vigneti sino a raggiungere Quarazze. Nel reticolo di sentieri e di alternative per il Waalweg vero e proprio, va citata la rampa denominata «Ochsentodweg», ripida salita lastricata che da Lagundo sale verso Castel Torre, di medievale memoria. II suo nome deriva dal fatto che era quasi mortale per i poveri buoi che trascinava carri carichi, i cui solchi sono ancora scavati nel lastricato di pavimentazione posto a garantire la transitabilità dello storico camminamento. Un luogo suggestivo per ammirare tutta la conca meranese e per gettare uno sguardo ai profondi solchi delle pietre che lastricano il sentiero medievale.