Quello del “Saltaro” era un mestiere molto ambito. Per aspirare all’incarico egli doveva godere di una buona reputazione, essere una persona ordinata e pulita e possedere un fisico robusto. Solitamente veniva scelto tra i figli di contadini e in alternativa tra quei servi, che avevano lavorato almeno per 5 anni presso lo stesso contadino e che avevano conquistato la sua fiducia. Al Saltner veniva affidato il compito di badare alle vigne durante il periodo della vendemmia, di evitare i furti di frutta (assai frequenti allora) e gli assalti degli uccellini richiamati dal sapore dolce dell’uva matura. Il periodo lavorativo andava dal 15 agosto fino al tardo autunno, dopo la raccolta delle castagne. Il primo giorno di lavoro trascorreva tra baldorie e grandi bevute; egli si faceva udire a distanza con colpi di pistola sparati a salve in modo da trovare sempre chi gli offriva da bere e da mangiare quando arrivava alle abitazioni dei contadini.
Il costume indossato abitualmente era quello tipico dell’agricoltore, con pantaloni di pelle corti, le ginocchia libere, particolari calzettoni che ricoprivano solo i polpacci, con calzini corti ai piedi e con scarpe nella cui suola erano state infilate delle borchie per prolungarne la durata. Di domenica era vestito “meglio”: portava un cappello con piume di uccello e code di volpi e scoiattoli; al collo indossava una o più collane di denti di maiale ed ossa di animali, disposti in maniera tale da provocare u n continuo tintinnio durante il movimento. In mano stringeva un’alabarda e alla cintura portava una pistola a due canne.
Il Saltner la usava in due occasioni: il sabato sera, quando dopo il suono delle campane, sparava per due volte nell’aria per segnalare la sua presenza, oppure in caso di necessità per richiamare l’attenzione dei vicini.Di domenica o nei giorni festivi si recava a messa,ma con quell’abbigliamento gli era proibito entrare all’interno della chiesa e al termine delle cerimonie religiose dopo la benedizione del prete doveva allontanarsi dal luogo prima di venir avvicinato dai fedeli.
Durante il lavoro segnalava la propria presenza con particolari segnali ben visibili che avvertivano gli intrusi di non oltrepassare il confine o di non percorrere il sentiero; se qualcuno veniva sorpreso nel campo, doveva pagare al proprietario del terreno una multa,altrimenti, in caso di rifiuto,veniva portato davanti alle autorità giudiziarie e condannato.
Il vitto era offerto ai Saltner dagli stessi contadini che seguivano una particolare procedura per farlo accomodare in casa; quando l’uomo giungeva alla soglia dell’abitazione, doveva fermarsi e attendere che il padrone di casa lo invitasse ad entrare facendo un fischio o appoggiandogli la mano sulla spalla e comunque mai chiamandolo a voce. Dopo il pranzo non si intratteneva con gli altri a recitare le preghiere di ringraziamento come era consuetudine, ma se ne tornava subito al lavoro. La paga del Saltner variava a seconda dei terreni che doveva controllare e a seconda dalla loro estensione;egli incassava lo stipendio solo una volta, in inverno, e capitava spesso che si facesse pagare in natura perchè non sempre i contadini avevano i denari a sufficienza per pagarlo.
Questi personaggi,in parte assai utili alla comunità e in parte folcloristici per la vita del paese,erano conosciuti solo nella conca di Merano;in altre parti del territorio del Sudtirolo non esistevano simili figure. A Marlengo, un paese vicino a Merano,zona di famosi vigneti,per un certo periodo lavoravano ben 4 Saltner,uno per ogni Terz (es. Mitterterz = zona centrale del paese).