Curiosità e accenni storici

I primi insediamenti risalgono all’epoca preistorica e sono documentati presso il Museo civico di Bolzano dai reperti archeologici retroetruschi rinvenuti sul Poggio Piper situato a sud-ovest di Collalbo, una collina ben esposta al cui centro si stabilirono gli uomini primitivi dopo aver bonificato un piccolo stagno d’acqua con spezzoni di travi. Nell’immaginazione popolare esso è considerato un luogo maledetto. Lo chiamavano il “poggio delle streghe” o dell’impiccato, perché i signori di Castelpietra vi eressero un patibolo che rese decisamente sinistra una collina di per sè ridente. Ancora adesso sull’altopiano si possono osservare numerosi castellieri preistorici. Lo stesso nome tedesco della zona, Ritten, parrebbe rimandare ai Reti primitivi abitatori dell’ Alto Adige. Tale nome è attestato nella sua forma attuale dal 1351. Prima si era chiamato via via Ritano (870), Ribena (1018), Rittanum (1261) e Ritenone (1281). Il nome Renon è invece un toponimo d’origine ladina.

In epoca romana il Renon veniva attraversato dalla strada di collegamento fra la Valle dell’ Adige e quella dell’Inn. Nel 1211 a Longomoso venne edificato un ospizio per pellegrini gestito dall’ Ordine Teutonico che ancora oggi regge la locale parrocchia. Alla fine del Duecento il potere temporale passò dai vescovi di Trento ai conti di Tirolo, un secolo più tardi la strada del Renon perse d’ importanza parallelamente alla costruzione di quella della val d’ Isarco. Già allora il Renon era la meta estiva dei ricchi possidenti bolzanini. Qui vivevano in abbondanza anche cervi lupi, orsi e linci. Negli anni cupi della caccia alle streghe diverse donne finirono sul rogo. Al tempo della rivolta delle truppe contadine contro l’invasore franco-bavarese, divenne famoso Peter Mayr, nato a Siffiano nel 1767 e fucilato nel 1810 quale luogotenente di Andreas Hofer. Nel 1907 venne inaugurato il trenino del Renon. Dopo la prima guerra mondiale l’altopiano venne annesso all’Italia. Nel ’45, l’aviazione americana bombardò spesso 1’altopiano per distruggere i ponti della val d’ Isarco.

Dalla storia alla tradizione le feste ancora oggi più popolari sono quelle legate alla celebrazione del Corpus Domini ed alla Vergine Assunta (15 agosto), con le caratteristiche processioni. Vi è poi la festa di San Bartolomeo in occasione del ritorno del bestiame dall’ alpeggio a Tre Vie, ai piedi del Corno del Renon.

Un’informazione degna di nota è la credenza che la sera precedente l’Epifania nessuno debba uscire di casa se non vuole imbattersi negli spiriti maligni. Tanti secoli fa, si credeva anche che quel giorno gli animali parlassero col linguaggio umano.