La piccola chiesa del Xlll secolo, che sorge nel perimetro dell’antico castello di Scena, la cui torre è stata inglobata nell’edificio che le sorge di fronte, è assai suggestiva per la posi- zione dominante e per i preziosi tesori artistici che conserva. Uno dei rari esempi in regione di chiesa romanica a pianta circolare, ha tetto a cono e l’interno a cupola. Il campanile è posteriore, della seconda metà del XV secolo.
A seguito vengono fornite ulteriori informazioni sulla storia del castello tratte dal foglietto illustrativo del Museo Agricolo, ospitato nelle sale del castello.
Gli affreschi
In nove riquadri incorniciati da sottili bordi gotici sono rappresentati la vita e il martirio di S. Giorgio, un Santo pellegrino, S. Nicolò con le tre Vergini e la Crocefissione. Da questi affreschi, conservati sorprendentemente bene con i loro vivaci e luminosi colori, prende il nome il loro autore, detto maestro di S. Giorgio. Il pittore, ispiratosi assai da vicino alle storie di S. Vigilio al Virgolo, e alla pittura bolzanina della Ome del ‘300, in stretto contatto con il fantasioso maestro Venceslao attivo nel meranese, dà qui, anche se con risultati alterni, un saggio di pittura sacra interpretata in chiave cavalleresca, secondo la moda dell’epoca.
I personaggi vestono infatti gli eleganti abiti del tempo e ci rimandano agli affreschi profani del castello di Montechiaro (ora al Musco di Innsbruck), con cui hanno in comune le stesse composizioni eleganti, quasi inconsistenti dal punto di vista volumetrico, stese con accuratissimo disegno. Assai attivo in Venosta, il pittore influenzò notevolmente la pittura locale.
Altro è l’autore del ciclo degli affreschi della volta. Vi sono rappresentati Santi, le Vergini sagge e stolte e un Profeta in trono, il Giudizio Universale, Cristo tra gli Angeli, Maria e Giovanni, gli Apostoli, la Resurrezione dei beati, che si avviano alla porta del Paradiso. In una nicchia è rappresentato S. Giorgio tra i SS. Nicolò e Antonio abate, del 1700.
L’altare
L’altare ligneo a portello dell’inizio del 1500 contiene nello scrigno, sotto un baldacchino riccamente scolpito, S. Giorgio sul cavallo. Le figure laterali, Maria e il Bambino e S. Barbara, due Angeli che reggono la cortina e due musicanti, sono state trafugate. All’interno delle portelle sono rappresentati a rilievo S. Silvestro e Antonio Abate, mentre all’esterno è dipinta l’Annunciazione. Nella predella S. Orsola con le Vergini ha accanto un vescovo con il suo diacono. Le statue dell’altare sono di ottima qualità, e presentano alcuni elementi comuni (la compattezza della composizione, la serenità dei volti la trattazione del panneggio) ad altri altari della bottega di Hans Schnatterpeck, artista di formazione sveva, attivo a Merano a partire dal 1480 circa, al quale è attribuito da alcuni studiosi anche l’altare di Scena.