Le città tirolesi presentano, secondo la maggior parte delle ricostruzioni, due caratteristiche costanti. Innanzitutto nessuna di esse è stata creata a partire da una urbs romana; sono tutte, senza eccezioni, nuove fondazioni di epoca medievale. In secondo luogo esse rappresentano, ad eccezione di Hall in Tirol, un’area commerciale costruita lungo una strada di transito alpino, dove la strada principale fungeva contemporaneamente anche da piazza del mercato. Lungo le Marktstrassen (“vie del mercato”) non si concentravano solo il commercio e le osterie, ma erano situati anche i principali edifici amministrativi, in particolare il municipio. Le prime fonti che fanno riferimento a Merano come luogo di mercato risalgono all’inizio del XIII secolo e si trovano nel registro del notaio bolzanino Jacob Haas del 1237, ove vengono nominati i mercati che avevano luogo a Pentecoste e a San Martino. Nei decenni seguenti nei documenti la denominazione varia spesso: forum Merani, Marani o anche burgum.

La crescita di Merano è testimoniata in questo periodo dalla sua elezione a centro di giurisdizione territoriale da parte dei conti del Tirolo. Nel 1271, sotto il governo del conte Mainardo II, vennero costruiti sull’altra sponda del torrente Passirio l’ospedale e la chiesa di Santo Spirito. Nel 1274 Rodolfo d’Asburgo confermò il diritto di conio. Alla fine del Duecento presero avvio i lavori di costruzione della chiesa parrocchiale di San Nicolò che terminarono nel XV secolo. Merano viene nominata civitas per la prima volta nel 1278, ma già nel 1308 dimostra di avere una nova civitas, corrispondente all’odierna via delle Corse. La struttura della città medievale era costituita da una lunga via, corrispondente all’attuale via Portici. Gli edifici costruiti nel XIV secolo in doppia fila per una lunghezza di 400 metri circa erano le residenze dei mercanti e degli artigiani che vivevano sopra le proprie botteghe. La via era distinta in Wasserlauben (Portici verso il lato del fiume) e Berglauben (Portici verso il lato del monte). Da un’ordinanza imperiale del 1497 si ricava che durante i mercati ai commercianti tedeschi veniva assegnato un apposito settore, a quelli italiani il lato opposto.