La Comunità Evangelica di Merano consiste soltanto di alcune centinaia di fedeli che vivono sparpagliati tra il passo Resia e Gardone. Essa cerca, in collaborazione con la chiesa evangelica germanica, di mantenere il servizio di culto con un Pastore residente a Merano vicino alla Chiesa. La Chiesa Evangelica fu benedetta il 13 dicembre 1885. Fu costruita dall’architetto berlinese Johannes Vollmer. L’altare fu eseguito dallo scultore tedesco Dag di Hannover. I lavori di intaglio dell’altare e del pulpito sono opera dell’artista meranese Franz Xaver Pendl.
Della chiesa romanica primitiva si conserva la parte inferiore del campanile, dai regolari ricorsi in pietra, rialzato nel 1501. Il coro è gotico, consacrato nel 1401. Le navate furono voltate in età tardogotica e unite alla cappella che fu adibita a navata laterale. Tale assetto fu completamente sovvertito nel corso della costruzione della nuova chiesa, progettata da Clemens Holzmeister e consacrata nel 1936, dove il coro fu trasformato in cappella laterale, Sul muro esterno dell’antica abside gotica è un rilievo romanico con il sole e la luna ed un fregio, del Xll secolo. All’interno della stessa abside, ridipinti, sono i busti dei 12 Apostoli, del 1400 circa; accanto, altri Santi della metà del 1400, mentre lungo le pareti della chiesa nuova sono collocate preziose pale d’altare del 1600 e del 1700, tra cui quella con il martirio di S. Vigilio di Melchior Stölzl (1615), assai vicino alle correnti artistiche romane, alle quali si era formato, e quella della peste, con Maria, il Bambino e Santi, del bavarese Christoph Helfenrieder (1630 circa). Gli affreschi dell’altare sono opera di Rudolf Stolz (1936-38); i vetri della cappella sono di Hans Pruster, mentre il rilievo in terracotta della Crocifissione è di Maria Delago.
Secondo la tradizione S. Valentino eresse qui una chiesa già nel V secolo. La chiesetta attuale immersa tra i vigneti, del XIII secolo, è stata rimaneggiata nel corso del 1400 e del 1600; nel 1860 è stata costruita la facciata neoromanica con statue di Franz Pendl, che ha progettato anche l’altare maggiore.
L’antica cappella dedicata a S. Zeno dal vescovo Valentino, sede di culto sin dal V secolo, fu trasformata in cappella palatina nel corso dei lavori voluti da Mainardo II.
Nella ricostruzione dei primi anni del 1300 essa ebbe una curiosa articolazione asimmetrica, con due absidi semicircolari di ampiezza diversa sul lato sud verso il precipizio, divise dalla navata unica con archi a pieno centro, e due ingressi, il principale sul lato nord, l’altro sul lato ovest. A due piani, aveva una balconata in legno su tre lati che rendeva accessibile il piano superiore. Il raddoppio dell’abside è stato variamente spiegato, quale ricordo del culto dei due santi ai quali era in origine dedicata, Zeno e Valentino (sostituito poi da S. Geltrude), oppure come una costruzione composita di abside e cappella laterale.
Certamente l’edificio, di grande libertà compositiva, è assai suggestivo, e costituisce, insieme alle sculture che decorano il portalenord, assai vicino per stile e composizione a quello di castel Tirolo, una delle più alte testimonianze dell’arte tardoromaniea. Tra i bassorilievi in pietra ed arenaria che ornano il portale nord, ed indicano con la stilizzazione dei motivi il progressivo esaurimento della produzione artistica lombarda, compare una delle più antiche raffigurazioni dell’aquila dei Tirolo.